Ieri abbiamo ricevuto una bella email da un nostro ospite con la quale ci informava che era stato pubblicato sul giornalino della sua scuola di Torino un articolo da lui scritto sul e il tesoro che c’è.
Noi appena lo abbiamo letto ci siamo emozionati, e non perchè ci ha citati nel suo articolo, ma perchè nell’articolo è tangibile l’emozione che un territorio, delle persone, e dei luoghi sono riusciti a trasmettere ad un ragazzo di torino allo stesso modo delle emozioni che noi molisani viviamo ogni volta che ci allontaniamo dalla nostra regione anche solo per un giorno.
Buona lettura……
MOLISE: IL TESORO CHE C’E’
Diario di una vacanza nella regione che non esiste.
Per il week-end dei santi sono andato in Molise. Questa regione per me ha qualcosa di speciale, me ne innamorai in 5ª elementare durante una ricerca, dopodiché non l’ho più lasciato. Dopo lunghe insistenze da parte mia per andarci, i miei genitori decisero di accontentarmi e portarono tutta la famiglia in Molise. I miei fratelli, molto scettici alla partenza, alla fine della vacanza si sono dovuti ricredere riguardo a quel tesoro nascosto.
Durante questa vacanza, per non dimenticarmi nulla, ho tenuto un breve ”diario di bordo”.
30/10/16 – Campobasso: stamattina presto, verso le sette, abbiamo sentito distintamente la scossa di terremoto che ha distrutto Norcia. Usciti dal b&b Dimora Monforte, ci siamo diretti verso il castello Monforte; per arrivarci bisognava passare in mezzo al parco della rimembranza. Arrivati in cima si poteva avere una vista completa di tutta Campobasso; all’interno del castello non c’era nessuno e la guida, quasi sorpresa dalla nostra presenza, ci ha offerto un caffè. In tarda mattinata siamo andati ad Altilia chiamata dalla gente del posto Sepino (o Saepinum in Latino), questo sito archeologico romano, scoperto casualmente negli anni’50 (essendo tuttora lungo il percorso di un tratturo) era molto bello, e mi ha stupito il fatto che l’ingresso fosse gratuito e non ci fossero guardiani o cancelli; nonostante tutto la gente rispettava le rovine. Dopo questa tappa ci siamo mossi verso l’abbazia San Vincenzo Al Volturno, prima di arrivarci ci siamo persi e siamo passati vicino ad un castello chiamato Pandone. Dopo svariati giri nella zona dell’abbazia essa ci è apparsa al tramonto illuminata di rosa, ma la cosa più bella erano gli archetti in pietra che un tempo ne formavano il chiostro. La sera ci siamo diretti verso la Masseria Acquasalsa; ma prima siamo passati per una strada deserta sull’altopiano, dalla quale si potevano vedere tutte le valli abruzzesi e molisane, solo dopo ci siamo resi conto che era segnalata come strada panoramica. La masseria Acquasalsa era un posto immerso negli ulivi e con dei proprietari molto gentili che mi hanno regalato una marea di volantini e libricini riguardanti il Molise, alcuni, a loro dire, molto rari.
31/10/16 – Agnone e Pescopennattaro: Oggi appena svegliati la moglie del proprietario della masseria ci ha detto che il sito più bello del Molise, le rovine sannite di Pietrabbondante, nel quale volevo tanto andare, purtroppo era chiuso di Lunedì in quanto museo nazionale. La scelta alternativa fu di andare a visitare il centro di Agnone, un paese medievale tanto piccolo e grazioso quanto importante, infatti la maggior parte delle campane italiane e tutte quelle Pontificie sono prodotte lì, dalla fonderia Marinelli, la più Antica d’Italia. Appena arrivati in paese, siamo andati a visitare l’antica biblioteca; quando abbiamo spiegato che eravamo turisti di Torino e che io ero un appassionato di Molise, ci hanno aperto apposta le porte di alcune sale non visitabili dal pubblico; girando per i corridoi ho visto un antico dizionario della lingua italiana, vi racconto di questo perché si chiamava “Buffon”. Dopo la visita alla biblioteca siamo andati alla fonderia di campane più famosa del mondo, lì abbiamo seguito una breve lezione riguardante le campane, tenuta da un anziano mastro campanaro. Alla fine di questo mini-corso siamo andati nella fonderia, dove ci ha mostrato i luoghi nei quali vengono forgiate le campane dello Stato Pontificio; alla fine di tutto abbiamo assistito a un breve concerto con le campane. Prima di lasciare il paese siamo andati ad assaggiare i formaggi del caseificio più rinomato dell’Alto Molise. Prima di fare ritorno a casa, abbiamo fatto tappa a Pescopennattaro: il paese più alto del Molise, arroccato sulle rocce da cui si può godere di una vista magnifica, per intenderci quella nella foto iniziale
IL MOLISE ESISTE E L’HO SCOPERTO IO!
Francesco Spina 2ªG